La città solidale

In particolare, negli ultimi anni Cinisello Balsamo ha dovuto necessariamente affrontare il tema del welfare in uno scenario di perdita di risorse pubbliche a disposizione, riuscendo però a non diminuire l’eccellente offerta che storicamente ha sempre fornito. Ciò ha necessariamente richiesto di rivedere le modalità di erogazione dei servizi, e la ricerca di nuove opportunità che hanno permesso addirittura di migliorare l’offerta. Siamo passati da un concetto di welfare distributivo (modello assistenziale) allo sviluppo di welfare generativo (capace di generare nuove risorse). Da questa prospettiva diviene importante sperimentare un modello di welfare diffuso fra cittadini e attori presenti in città in un processo di governance gestito dall’amministrazione.

Proponiamo:

  • La creazione di “punti di prossimità” all’interno dei quartieri, in cui l’amministrazione si faccia promotrice di stimolo nei confronti di commercianti, associazioni, singoli cittadini ad essere antenne territoriali di welfare, può creare punti di sussidiarietà che non solo migliorino l’intervento, ma facciano anche percepire al cittadino che a Cinisello Balsamo “nessuno viene lasciato indietro”;
  • Crediamo necessario, in una logica di potenziamento del welfare generativo, promuovere ulteriormente i patti di collaborazione dei beni comuni;
  • Ragionare su nuove forme di assistenza delle categorie fragili, come ad esempio gli anziani, in cui gli strumenti non siano solo i classici ma ad esempio lavorare su “diversi” luoghi di aggregazione e iniziative;
  • Stimolare all’adozione di stili di vita consapevoli, provando a creare occasioni di sperimentazione collettive;
  • Continuare a lavorare sul “Dopo di noi” tramite apposita agenzia, e un nuovo patto per la salute mentale;
  • Promuovere prassi di progettazione “con” e non più progettazione “per”, ovvero aumentare la capacità di creare dialogo coi soggetti destinatari di politiche sociali già dalla fase progettuale con le famiglie, soggetto attivo e risorsa per la comunità;
  • Creare connessioni tra welfare e cultura, sfruttando in particolare le peculiarità di quest’ultimo come leva nell’azione sociale (es. favorire il Teatro Sociale);
  • Approntare un sistema condiviso di welfare sul modello WeMi della città di Milano e generare politiche di lavoro grazie a nuovi strumenti (Rei) e a nuove modalità di lavoro in rete;
  • Favorire il senso “civico” nelle generazioni giovani e anziane, tramite azioni di volontariato (invecchiamento attivo) e iniziative/protocolli col mondo scolastico che
    portino le scuole ad aprirsi alla città sperimentando modalità di educazione civica “attiva”;
  • Integrare le politiche assistenziali con beni anche di tipo relazionale (es. far evolvere il Social Market in una versione 2.0 in cui chi è in stato di necessità possa usufruire non solo di beni materiali, ma anche di occasioni di socialità/cultura – es. banca del tempo, social card generativa, servizi di conciliazione innovativi);
  • Sperimentare i servizi di strada con alcune unità rivolte ai giovani, monitorando quei luoghi informali di aggregazione sul territorio che possono risultare particolarmente significativi nel sistema della convivenza cittadina;
  • La Riforma del Terzo settore apre nuovi scenari per le realtà presenti sul territorio, da sempre protagonisti dell’offerta dei servizi alla persona. È necessario mantenere e rafforzare il lavoro di rete già presente per affrontare insieme i prossimi cambiamenti.